L’intelligenza artificiale è per molti, ma non per tutti.
La chiave per usarla in armonia con il proprio gestionale è imparare a scegliere cosa delegare e come farlo in modo corretto.
Sono due i principali errori in cui incorrono gli studi professionali relativamente all’IA: da un lato, temerla e non usarla, dall’altro affidarvisi per le mansioni sbagliate.
Come ripetiamo spesso, l’IA è come un dipendente: non solo bisogna dosare i carichi di lavoro, ma anche capire quali competenze ha, in modo tale da capire quali sono le mansioni delegabili, e quali invece devono rimanere in carico a noi.
Iniziamo ad avere ormai diversi casi studio di aziende e studi professionali che hanno integrato l’IA correttamente nei propri processi (ne parleremo a fine articolo), ma sentiamo anche spesso storie di deleghe errate, e conseguenti errori molto costosi.
Facciamo un esempio
Prendiamo lo strumento di intelligenza artificiale generativa Google Bard, concorrente acerrimo di ChatGPT.
Un ottimo strumento per alcune ricerche generiche, come quella che abbiamo effettuato qui sotto:
Sembrano tutte informazioni corrette, benché con qualche imprecisione, ma pur sempre aderenti al tema richiesto.
Poi gli chiediamo di calcolarci il codice CIR di una partita IVA volutamente sbagliata:
Come vedi non si accorge che la partita iva ha un numero di cifre sbagliato e va avanti a calcolare il codice CIR.
Cosa sarebbe accaduto se non avessimo controllato?
Oppure, proviamo a chiedere all’IA gli articoli pubblicati dal Sole 24 Ore su un certo argomento. Il momento il cui poniamo la domanda è il 7 gennaio.
Alla prima lista di articoli, ci siamo già accorti della prima discrepanza, e proviamo a correggerlo, come faremmo con un collaboratore umano.
Questo è il risultato:
Ripetiamo: siamo al 7 gennaio. Non è possibile che esistano questi articoli.
No, Google Bard non è un veggente: ha semplicemente inventato la risposta.
Infatti, dal punto di vista tecnico, si tratta di una allucinazione (hallucination)
Le “allucinazioni” nell’intelligenza artificiale (IA) generativa sono una risposta priva di senso o inaspettata rispetto alla domanda formulata dall’utilizzatore umano.
Il fenomeno dell’allucinazione può essere attribuito a diversi fattori tecnologici, tra cui:
- Addestramento su dati limitati: nel caso riportato sopra, i dati scelti per addestrare l’intelligenza artificiale erano scorretti. Basti pensare alla quantità di materiale scorretto o fuorviante che c’è su Internet, relativamente alle materie fiscali o contributive. È importante evitare questo tipo di fonti, per istruire uno strumento utilizzabile concretamente da uno studio commercialista;
- Overfitting: quando il tipo di dati con cui viene addestrata l’intelligenza artificiale è sempre dello stesso tipo, lo strumento non sarà in grado di generalizzare o di gestire casi complessi;
- Reinforcement learning: l’IA impara e si corregge grazie a rinforzi, alle “ricompense” che le diamo. L’effetto non previsto è che Google Bard, in questo caso, è come un cagnolino che vuole accontentare il proprio padrone per ricevere un premio. Non avendo la risposta alla nostra domanda, o non sapendo come cercarla perché troppo complessa, inventa.
Ora, è evidente che nessun professionista delegherebbe la raccolta di informazioni tributarie o fiscali a un’intelligenza artificiale generalista sul web.
Ma per verificare le registrazioni contabili?
Per portare a termine in modo automatico una riconciliazione bancaria?
Esistono vari strumenti in commercio che promettono di svolgere operazioni di automazione contabile.
Possiamo fidarci?
O meglio: quali caratteristiche tecniche devono possedere perché possiamo fidarci?
Gli errori costano
In alcuni contesti business provare uno strumento non porta a conseguenze fatali; è possibile ad esempio utilizzare diversi software per la gestione mail e provarli sino a trovare quello ottimale per le esigenze dei vostri collaboratori di studio.
Ma pensiamo all’impatto degli errori contabili, dove l’errore può costare molto caro, come confermano i dati sull’utilizzo di polizze assicurative da parte della categoria: uno studio commissionato da AIDC fissa la liquidazione media a 30 mila euro.
Tra i tipi di sinistri, quelli più frequenti risultano essere legati ad attività ordinarie (60%), attività di natura collegiale relative a Sindaco, CDA o Amministratore Unico (35%) e incarichi giudiziari (5%).
Se consideriamo le attività ordinarie, i principali errori sono dovuti a ritardo od omissione di invio dichiarazione dei redditi (57%), errori contabili su dichiarazioni dei redditi (32%), ritardi in ricorso di giudizio (11%) (Fonte: Osservatorio Sinistri RC Professionale, Aon, 2020).
Questo spiega anche la proliferazione di clausole delle assicurazioni, che stanno offrendo possibilità di retroattività crescente negli anni, o che arrivano a coprire casistiche sempre più variegate.
Il sunto è:
Possiamo fidarci dell’IA, viste le premesse?
Il problema sta tutto nella corretta delega di lavoro all’IA, come del resto vale per ogni collaborazione in studio.
Per rispondere alla domanda è quindi necessario capire in quale parte del processo bisogna inserire l’IA, scegliendo per il tuo studio solo gli strumenti che ti consentono un controllo completo in questo senso.
Se il fornitore di servizi AI non menziona l’argomento, significa che non offre questa possibilità!
Esempio pratico di delega all’IA (1)
Un collaboratore dello studio deve scaricare e contabilizzare dei documenti elettronici.
Affida il processo a uno strumento di intelligenza artificiale integrato nel gestionale.
A questo punto, per essere sicuri della correttezza del risultato finale, non si può che controllare il lavoro fatto dall’IA.
Purtroppo un iter così descritto porta via del tempo ed elimina tutto vantaggio nei processi che darebbero gli strumenti di automazione.
Esempio pratico di delega all’IA (2)
Invece di prendere uno strumento di intelligenza artificiale preconfezionato, l’operatore umano prende un tool di automazione e lo addestra sulla base delle esigenze del proprio studio.
Insegna al robot quali campi verificare, gli impartisce alcune semplici regole di gestione.
Dopodiché, affida al robot il lavoro.
Infine, l’essere umano verifica solo una piccola parte del processo, fornita in modo trasparente da analitiche d’eccellenza.
Successivamente, fornisce un primo feedback.
Il robot apprende in base al feedback, e al secondo tentativo fornisce un risultato corretto e infinitamente replicabile.
Non c’è competizione: il secondo caso è ottimale, più competitivo, più ottimizzato, e richiede meno lavoro meccanico da parte del personale “umano” dello studio.
Tuttavia, è uno scenario che è impossibile ricevere da strumenti che offrono solo download e contabilizzazione dei documenti, oppure monitoraggi vaghi.
Impossibile fidarsi di strumenti di IA già in commercio, che però sono scatole nere: non consentono all’operatore umano di inserirsi nel processo, per affiancare e supportare l’IA.
Delegare carichi di lavoro al robot Mentally.ai
Il robot di Mentally.ai si integra perfettamente al tuo gestionale Teamsystem.
Il caso studio che citiamo sempre vede uno studio investire 5mila euro annui per due anni.
Al termine dei due anni, il risparmio è stato di 60mila euro di stipendi. Il lavoro risparmiato agli operatori umani ha portato a ridurre il numero di licenze Teamsystem di 2 unità, per un risparmio di 1000 euro l’una.
Quindi, ricapitolando:
Investimento: 5mila euro annui;
Totale risparmiato: 62mila euro l’anno;
Percentuale di errore del robot: l’errore delle attività affidate all’IA è stato abbattuto allo 0%.
(Per questioni di riservatezza non divulghiamo il nome dello studio, ma ti invitiamo a contattarci per avere informazioni più dettagliate).
Qual è il vantaggio competitivo del robot Mentally.ai?
Il tempo che il robot di Mentally.ai fa risparmiare lo rende così competitivo rispetto a tutti gli altri strumenti embrionali presenti sul mercato.
Il robot Mentally.ai è l’unico a consentire una delega di carichi di lavoro, per 3 caratteristiche tecnologiche:
- Un sistema di addestramento ad hoc, modulato sui carichi di lavoro del tuo studio, comprensivo di formazione dedicata: non si verificherà il problema di addestramento sbagliato;
- Un sistema di feedback;
- Un sistema di analitiche avanzate, per garantire al professionista la trasparenza richiesta in ogni momento del processo;
- Una capacità unica di analizzare casi complessi: Mentally.ai non soffre di overfitting ed è in grado di formulare risposte nuove, anche su casi più difficili del normale. Questa capacità di discernimento non ha paragoni in nessun altro strumento presente sul mercato.
Mentally.ai è un robot pensato da commercialisti per commercialisti.
Ecco perché le sue funzioni consentono di mettere realmente il turbo al proprio gestionale.
Dopo aver formato oltre 800 professionisti in Italia, possiamo affermarlo con decisione.
Oggi è utopia pensare che si possano ottenere risultati di qualità omettendo la formazione del personale nei processi che comportano l’utilizzo di tecnologie avanzate come IA.
Scegli l’opzione di Mentally.ai più adatta al tuo studio:
1) TeamSystem: usi TeamSystem? Mentally.ai può integrarsi con il tuo flusso di lavoro già in essere. Prendi parte al cambiamento!
2) Altri gestionali: State usando dei gestionali come Profis, Ipsoa o Passepartout? Ti mostriamo i vantaggi pratici di adottare il pacchetto combinato Teamsystem+ Mentally.ai. Ricorda: con il robot Mentally puoi gestire dal 50 all’80% del flusso annuale di fatture.
Riempi questo modulo per saperne di più!
3) Partnership: Vuoi investire in soluzioni personalizzate? Se il tuo studio è pronto ad affrontare un investimento più alto, per efficientare il lavoro di studio con ancora più efficacia, potrai chiedere a Mentally.ai di sviluppare soluzioni per le vostre esigenze specifiche.
Scegli di fidarti dell’automazione giusta.
Prenota 30 minuti di videochiamata con i nostri esperti!
PRENOTA
30 MINUTI DI CONSULENZA GRATUITA