L’arretratezza dei modelli di business e la resistenza al cambiamento dei commercialisti italiani: il cambiamento è inevitabile. Alcuni stanno già vincendo.
Negli ultimi anni, l’automazione intelligente ha rivoluzionato diversi settori, tra cui quello contabile. Tuttavia, in Italia, sembrano ancora esistere piccoli e numerosi nuclei di resistenza rappresentati da tutti quei commercialisti e studi professionali che, nonostante la generale tendenza, si muove scientemente nella direzione opposta, mostrandosi tuttora restii ad adottare soluzioni di robotizzazione dei processi. Questo nonostante i palesi vantaggi, sperimentati in ogni ambito e settore, che questa offre.
In questo articolo, analizzeremo le principali barriere all’adozione di tali sistemi, i benefici dell’automazione intelligente e la pressione del mercato verso il cambiamento.
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Perché contrastare una tendenza in ascesa?
Tra i più grandi benefici garantiti dall’automazione intelligente emergono certamente il risparmio di ore lavorate, così come la diminuzione degli errori e la standardizzazione dei processi contabili. Tra le varie funzioni, l’automazione consente inoltre di dedicare più tempo alla fidelizzazione del cliente, fornendo assistenza in modo più tempestivo e preciso. Di fronte a questa sequela di vantaggi però i commercialisti meno aperti alle proposte attuali si aggrappano con forza al vecchio timore di perdere sia controllo sui processi lavorativi che la loro importanza professionale. Timore legittimo che però ha poco a che fare con la realtà dei fatti.
Le barriere all’adozione mostrate da alcuni professionisti sono spesso legate alla mancanza di competenze tecniche e finanziarie. Tentiamo però di allargare lo spettro delle possibilità e capire perché alcune realtà professionali si discostano dalla più ampia tendenza ad adottare sistemi più innovativi. A volte si tratta di scelte consapevoli, in altri casi di scarsità di mezzi, sia concreti che non.
Gli studi professionali di più piccole dimensioni da 1 a 2 unità, ad esempio, potrebbero non disporre del budget necessario all’acquisto di sistemi di automazione sofisticati, nonostante i prezzi negli ultimi due anni si siano abbassati di circa un fattore 5 rispetto alla situazione pre-pandemica. Inoltre, alcuni specialisti contabili potrebbero non possedere le competenze tecniche volte alla gestione di tali sistemi e potrebbero dover affrontare costi aggiuntivi per seguire un percorso di formazione e ottenere le certificazioni necessarie.
Un’altra barriera all’adozione è sicuramente rappresentata dalle preoccupazioni per la privacy dei dati. Molti commercialisti italiani si trovare a dover gestire dati molto sensibili delle aziende clienti, come informazioni fiscali e finanziarie, e temono che l’adozione di sistemi di automazione possa mettere a rischio la privacy dei dati.
Infine, è importante però sottolineare come le pressioni di mercato stiano spingendo con insistenza sempre maggiore all’adozione dei sistemi di robotizzazione dei processi, rendendola imprescindibile. Basti pensare che i giovani imprenditori prediligono un servizio contabile snello e automatizzato, mentre le nuove generazioni sono a loro agio con la tecnologia e trovano antiquato il modo di lavorare del commercialista tradizionale. Inoltre, un numero cospicuo di aziende in Italia sta già utilizzando l’intelligenza artificiale per la contabilità, competendo direttamente con i commercialisti.
Da dove proviene davvero questa reticenza?
La percentuale di professionisti che in Italia mostrano avversione nei confronti dell’automazione intelligente dei processi in realtà è in calo. Un atteggiamento sempre meno diffuso, ma che sembra non voler conoscere strade alternative, soprattutto nelle realtà lavorative più marginali, dove l’eco del cambiamento arriva spesso con grande ritardo, regalando enorme vantaggio ad attori più strategicamente esposti sul piano geografico.
La riluttanza di cui parliamo appare alimentata da un falso senso di sicurezza nello status quo. Molti professionisti si illudono che il lento ritmo di adozione della tecnologia in Italia si traduca in: ci vorrà del tempo prima che l’intelligenza artificiale possa erodere metà del mio business. Tuttavia, questa convinzione ignora il fatto che un player nazionale può sfruttare le economie di scala per ottenere un vantaggio competitivo. Situazione di cui molti però sono già a conoscenza. Il problema infatti sta talvolta nella natura regionale e localizzata delle società professionali in Italia che conduce ad una stretta focalizzazione sui concorrenti locali, ignorando il potenziale di disruption da parte di società più grandi e tecnologicamente avanzate.
Un altro fattore sul quale dovremmo focalizzare la nostra attenzione e che contribuisce all’avversione nei confronti dell’automazione è l’età dei decision-maker in queste società. Molti superano i 50 anni di età e, in alcuni casi, possiedono un orizzonte professionale a breve distanza
Generalizzazione a parte, se è vero che molti professionisti senior non mostrano alcun tipo di fanatismo o pregiudizio nei confronti di metodi nuovi, altri credono di poter sopravvivere senza adattarsi alle nuove tecnologie, che invece sono in grado di portare un cambiamento significativo nel modo in cui si svolgono i processi aziendali. In più, è anche la natura corporativa della professione e dell’economia italiana a creare il falso senso di sicurezza di cui abbiamo già parlato, ignorando la portata della trasformazione tecnologica che prima o poi investirà anche l’Italia. Un esempio eclatante di attività economica soppiantata da una rapida evoluzione tecnologica è Blockbuster. Blockbuster, un colosso degli affitti degli SVD. Sparito dal mercato in 4 anni quando la tecnologia di video streaming ha preso piede.
L’ INNOVAZIONE TECNOLOGICA NON E’ IL SOLO PROBLEMA…
Scetticismo verso nuovi modelli di business e affidamento a sistemi obsoleti sono due concetti chiave per descrivere il generale approccio adottato da quella parte di professionisti che non puntano sul presente. Ne parliamo anche qui.
Il commercialista vuole pagare poco, rischiare poco e ottenere un alto ritorno di investimento, ma spesso non tiene conto delle conseguenze delle sue aspirazioni!
Per poter servire gli studi professionali a un prezzo di loro gradimento, è necessario abbattere i costi di localizzazione dei distributori e del supporto su scala cittadina, ma in alcune regioni italiane, il supporto da remoto è ancora considerato un tabù, nonostante sia il modello di business prevalente nel software in tutto il mondo, e in buona parte d’Italia, da circa un decennio.
I commercialisti sono abituati alla grande ditta che ha un rivenditore per città, la quale spesso non offre un supporto adeguato, creando allo stesso tempo un rapporto antagonista con lo studio.
I professionisti continuano a far fatica a capire che tutta la struttura di rivendita e distribuzione è quella che porta il costo dei gestionali ai livelli elevati di €10k-45k. Questi costi elevati limitano l’accesso ai software di gestione a molte piccole e medie imprese, che finiscono per operare con sistemi di gestione obsoleti. I nuovi approcci da remoto alla vendita e supporto permettono di abbassare la barriera di accesso alla robotizzazione, ma dimostrano al commercialista un processo operativo che è anche più efficace per la loro stessa pratica.
In sintonia con le vecchie usanze e costumi del bel paese, il commercialista che guarda con sospetto alla robotizzazione è affezionato alla raccomandazione personale, al passaparola. A modalità antiche profondamente radicate nel nostro modus operandi di tutti i giorni e verso le quali mostriamo intolleranza perché poco si adattano alle modalità lavorative dei più giovani.
Senza considerare che la raccomandazione è un’arma a doppio taglio poiché limita lo spettro delle possibilità e fa sì che il dirimpettaio conosca solo una parte delle opportunità offerte dal mercato. In questo modo, il commercialista non ha una panoramica completa delle opportunità offerte da soluzioni più innovative e ad alto valore aggiunto.
In generale, l’arretratezza dei modelli di business e la resistenza al cambiamento stanno limitando il potenziale di crescita dei commercialisti in Italia. Solo abbracciando le nuove tecnologie e i nuovi modelli di business, il tuo settore può rimanere competitivo e offrire un servizio di alto valore aggiunto ai propri clienti, anche alle piccole e medie imprese.
Alcuni Trend che costringono a ripensare questi retaggi del passato…
Esistono diversi esempi concreti che dimostrano come l’erosione del mercato dei commercialisti sia già iniziata. Uno di questi è il famigerato escapologo, che è stato in grado di guadagnare €4 milioni annui offrendo servizi semi automatici di contabilizzazione direttamente alle aziende bypassando i servizi contabili dei commercialisti. Nonostante le ampie critiche dei professionisti, quest’ultimo è stato in grado di attirare clienti offrendo un servizio semplice e conveniente. Questo dimostra come i clienti stiano cercando soluzioni più efficienti e convenienti per gestire la propria contabilità, a discapito dei servizi tradizionali offerti dai commercialisti.
Inoltre, considerando che ci sono circa 120.000 commercialisti e 200.000 operatori contabili in Italia, è possibile che almeno 50.000 di questi professionisti vengano erosi nel prossimo decennio dall’automazione dei processi, con un valore di fatturato di almeno 1 miliardo di euro. Questa è una torta che fa gola a troppe persone per lasciare che le cose restino come sono. Il cambiamento è inevitabile e coloro che si adatteranno più velocemente saranno in grado di cogliere le opportunità offerte dall’evoluzione del mercato
Bisogna cambiare marcia…
Il cambiamento è inevitabile e i commercialisti in Italia non possono permettersi di essere impreparati. Come spiegato nell’articolo precedente, i professionisti hanno bisogno di cambiare l’organizzazione del loro studio per essere pronti a gestire l’automazione intelligente dei processi. Inoltre, è fondamentale investire in queste nuove tecnologie per mantenere un alto livello di efficienza ed evitare la commoditizzazione dei servizi contabili.
Ma non basta solo investire in tecnologia, è importante anche iperfidelizzare il cliente offrendo un servizio a valore aggiunto. I commercialisti devono mostrare ai loro clienti che sono in grado di offrire un servizio personalizzato e altamente professionale, che va oltre la semplice gestione dei conti. In questo modo, i clienti saranno più propensi a mantenere una relazione a lungo termine con il proprio commercialista. Approfondiamo l’argomento anche qui.
Concludendo, per evitare la commoditizzazione dei servizi contabili, è necessario che i commercialisti offrano servizi ad alto valore aggiunto che non possono essere replicati dall’automazione. Questo significa che i professionisti devono essere in grado di fornire consulenza strategica e fiscale, ad esempio, e di essere in grado di offrire soluzioni personalizzate ai loro clienti.
Il commercialista ha sempre più bisogno del robot. Perché?
Finora ci siamo concentrati sui dubbi di quei professionisti che, operando in contesti poco dinamici, scelgono di rimanere ancorati ai vecchi schemi. Ricordiamoci però che si tratta pur sempre di una singola parte di un più ampio settore che negli ultimi anni ha invece saputo mostrare grande flessibilità e vitalità, soprattutto nei centri più energici sul fronte professionale. Molti professionisti italiani infatti, come potrai leggere dalle nostre interviste sul blog, hanno optato per sistemi innovativi e al passo con i tempi proprio per evitare di rimanere indietro e di perdere risorse preziose all’interno del team a causa di modalità di lavoro demotivanti e lente.
Persino i settori più tradizionali si sono adattati, sia perché hanno percepito il rischio di venire scalzati, sia perché hanno intravisto nella robotizzazione di processo un reale alleato. Ce lo hanno confermato i commercialisti che da diverso tempo si sono affidati alla nostra proposta, Mentally, i cui vantaggi si possono sperimentare già dai primi mesi. Con Mentally,
- lo studio professionale guadagna efficienza e velocità. In quasi totale autonomia il robot svolge quasi la totalità delle operazioni di routine abbassando drasticamente il margine d’errore.
- il personale è motivato. Il robot infatti lavora persino di notte, nei weekend, durante le ferie, permettendo ai tuoi collaboratori di guadagnare tempo prezioso e sfruttarlo a favore di operazioni più remunerative e mentalmente stimolanti
- si innesca un circolo virtuoso per il quale il personale impiega le proprie energie per dedicarsi maggiormente al perfezionamento dei servizi, soddisfacendo appieno le esigenze del cliente.
- il lavoro di studio appare in poco tempo più snello e fluido. In poco tempo perché il robot, grazie all’ausilio dei nostri esperti, si adatta velocemente ai tuoi processi lavorativi senza sconvolgerli. In più propone un’interfaccia semplice e intuitiva per il commercialista abituato ad usare le griglie di Excel.
- si può attuare un’organizzazione strategica del team di studio in modo da valorizzare le competenze di ognuno e da indirizzare i più digitalizzati verso la gestione del nuovo collaboratore robotico.
Le funzioni di Mentally sono molteplici e i vantaggi che ne derivano non sono solo economici. Molti studi italiani lo hanno capito e se alcuni di loro all’inizio hanno mostrato lievi timori nei confronti della robotizzazione di processo, adesso non potrebbero rinunciarvi. Anche perché la robotizzazione ormai viene adottata in quasi tutti i settori in tutto il mondo. Evitarla significherebbe scegliere un destino non troppo diverso da quello di Blockbuster. Vuoi approfondire il discorso? Se anche tu hai bisogno di attuare un cambiamento concreto all’interno del tuo studio, prenota una sessione di consulenza gratuita con i nostri esperti e in 30 minuti valuteremo la soluzione più adatta alle tue esigenze.
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