Perché il 15% delle PMI italiane dichiara di voler cambiare commercialista?
Quali sono i disagi rilevati concretamente dalle aziende italiane?
Le cause sottese sono davvero solo la complessità della normativa?
Secondo un’indagine AssoConsumatori (2022) il 15% delle PMI italiane ha considerato di cambiare commercialista negli ultimi 3 anni. Di queste, il 40% ha dichiarato di aver considerato di cambiare commercialista a causa della lentezza del servizio.
Ora, è noto che la difficoltà nel saldare il rapporto con il cliente sia una costante in tutti gli ordini professionali, ma è rilevato come negli ultimi anni la vulnerabilità dei commercialisti sia sempre più alta.
In parte, è difficile adeguarsi alla normativa fiscale, che richiede studio e tempo aggiuntivi, aggravando ulteriormente il carico di lavoro.
Quest’ultimo punto, in una comune analisi SWOT, sembrerebbe rappresentare una minaccia, ovvero una forza negativa esterna che danneggia l’attività imprenditoriale senza grandi possibilità di arginarla.
Invece oggi vedremo come sia errato focalizzarsi solo sulla normativa in aggiornamento, dato che questa non è l’unica causa di insoddisfazione nelle aziende clienti.
Ma vedremo anche come si possano arginare le debolezze delle risorse e del tempo dello studio – ricordando che, sempre in ottica di analisi SWOT, le debolezze sono invece perfettamente risolvibili, a patto di adottare le giuste contromisure.
Analizzeremo statistiche e sondaggi a nostra disposizione sul rapporto tra PMI, in modo da avere sempre il polso della situazione con il cliente.
Le conseguenze degli errori dei commercialisti
Prima di valutare quali sono i principali disagi delle PMI italiane quando si interfacciano con il commercialista, prendiamo atto della dimensione del problema.
Assicurazioni.it sostiene che nel 2022 le assicurazioni dei commercialisti in Italia pagano in media circa 100.000 euro per ogni sinistro.
Secondo l’Osservatorio Sinistri RC Professionale della compagnia assicurativa Aon (2020), le tipologie di sinistri sono diverse.
I più frequenti risultano essere legati ad attività ordinarie (60%), attività di natura collegiale relative a Sindaco, CDA o Amministratore Unico (35%) e incarichi giudiziari (5%). All’interno delle attività ordinarie, secondo questa indagine, i principali errori sono dovuti a ritardo od omissione di invio dichiarazione dei redditi (57%), errori contabili su dichiarazioni dei redditi (32%), ritardi in ricorso di giudizio (11%).
Invece i sinistri legati a incarichi giudiziari sono principalmente dovuti a errori nelle procedure fallimentari per custodia di beni (88%), esclusione dei creditori per ammissione al passivo (10%), richiesta danni per danneggiamento beni fallimentari (2%).
Nella contabilità sono comuni gli errori di calcolo durante la registrazione delle transazioni contabili, oppure le omissioni.
Quante volte capita di dimenticare di registrare una ricevuta di pagamento o una fattura d’acquisto?
Oppure, abbiamo le errate classificazioni, ad esempio un’uscita di cassa categorizzata come spesa corrente invece che come investimento.
I temuti errori contabili sono dietro l’angolo, e le sanzioni per omesso o ritardato versamento rappresentano uno scenario da evitare, ma ancora molto comune.
Problema di aggiornamento alla normativa: è davvero l’unico problema?
Pensiamo alla vita concitata che conosciamo in studio. Cosa accadrebbe se invece di doversi aggiornare in fretta fosse possibile dedicare all’aggiornamento il giusto tempo e la giusta concentrazione?
Non parliamo solo dei 90 crediti, ma anche di eventuali nuovi emendamenti, decreti legge, risposte a interpelli all’AdE (dinamiche che tutti gli studi conoscono).
Lo studio professionale potrebbe senz’altro beneficiare di una corretta distribuzione dei carichi di lavoro in studio.
Questa questione è aperta, ma il riposo mentale è un altro fattore attualmente in studio da chi si occupa di benessere sul luogo di lavoro e miglioramento della produttività.
L’intelligenza artificiale di un robot, che non necessita un cambio di gestionale, potrebbe essere una soluzione.
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Danno reputazionale e perdita di clienti
Una seconda conseguenza degli errori commessi dallo studio commercialista è la mancata ritenzione del cliente. Nell’era digitale, il concetto di reputazione e di contenimento degli errori diventa più importante che mai: il cliente insoddisfatto trova molto in fretta un concorrente vicino a noi e che gli offra un servizio che ritiene più rapido, e forse esente da errori.
Lentezza
Infine, l’errore aumenta globalmente la durata delle operazioni, dando al cliente una acuita impressione di lentezza.
Cosa non piace alle PMI?
Secondo un’indagine di Infocamere del 2022 i principali fattori di insoddisfazione delle PMI verso il proprio commercialista sono:
- I costi dei servizi (25%);
- La lentezza delle procedure (20%);
- La mancanza di innovazione (15%).
Un’altra indagine, condotta da Confindustria nel 2021, ha rilevato che il 25% delle PMI italiane ritiene che i costi dei servizi dei commercialisti siano un ostacolo alla crescita dell’impresa.
Invece, il 20% delle PMI intervistate ritiene che la lentezza delle procedure sia un ostacolo alla competitività dell’impresa e il 15% ritiene che la mancanza di innovazione sia un ostacolo alla sostenibilità dell’impresa.
E qui arriviamo a un primo punto fermo: il costo del servizio, che sembra il problema principale, è influenzato direttamente dalla lentezza delle procedure.
Un professionista che lavora è un professionista che va pagato.
In seconda battuta, la lentezza delle procedure può dipendere anche dalla mancata ottimizzazione dei servizi, da risorse del personale non sufficientemente qualificate, dalla già citata complicanza data dalle procedure, dalla concorrenza (di altri studi, dei tributaristi, ma anche del fai-da-te), ma soprattutto dalla stessa mancanza di innovazione.
Il commercialista non può aspettare che le crisi si abbattano sullo studio, ma può e deve mettere in atto le contromisure già esistenti e funzionanti, se vuole rimanere a galla sul mercato.
Non è il mercato ad adeguarsi allo studio, ma il contrario.
E quindi il bandolo della matassa diventa l’innovazione.
Motivi di soddisfazione delle PMI per i commercialisti
Nonostante il quadro finora dipinto come grigio, ci sono dei buoni margini di soddisfazione verso l’operato dei commercialisti.
Secondo un’indagine condotta da Infocamere nel 2022, il 75% delle PMI italiane è in generale soddisfatto dell’operato dei propri commercialisti, dato in aumento rispetto al 2021, laddove il livello di soddisfazione era del 72%.
I principali fattori di soddisfazione sono:
- La competenza e la professionalità del commercialista (80%);
- La disponibilità e l’orientamento al cliente (75%);
- La chiarezza e la trasparenza delle comunicazioni (70%).
È evidente come si tratti di attività insostituibili e che nessuna innovazione tecnologica può sottrarre. Sebbene gli strumenti tecnologici come l’intelligenza artificiale possano aiutare a snellire molte pratiche, ad esempio la riconciliazione bancaria, il caricamento automatico delle fatture, la pre-compilazione, il vero valore aggiunto del commercialista non è dato dalla rapidità di servizio.
Le prospettive di crescita sono quindi potenzialmente ampie, a patto di risolvere i problemi che ostacolano il naturale esercizio di una professione oggi sempre più necessaria per le imprese di tutte le dimensioni.
La robotizzazione dei processi: non solo maggiore rapidità
Introduciamo qui un concetto ancora parzialmente sconosciuto agli studi professionali: quello di robotizzazione dei processi.
La lentezza delle operazioni tanto lamentata dalle PMI e i costi percepiti come troppo elevati vanno di pari passo. Quindi, il principale problema da risolvere non è solo la lentezza, ma anche la corretta ottimizzazione del tempo.
In secondo luogo, abbiamo visto come tutti i restanti errori rilevati siano in sintesi il risultato di uno scarso controllo da parte del professionista per tutte le attività dello studio.
La novità è che la soluzione di questi errori può essere affidata a un unico dipendente, e questo dipendente è un robot.
Il robot di Mentally AI
Mentally AI non richiede l’installazione di nuovi gestionali e non richiede l’apprendimento di nuove tecnologie. Come dichiara uno studio di Empoli che ci ha scelto, il suo utilizzo è estremamente intuitivo.
Chiamarla Intelligenza Artificiale è riduttivo, perché Mentally AI è molto di più: è un vero e proprio dipendente che svolge in modo meccanico alcune operazioni, concedendo ai collaboratori dello studio più tempo da dedicare alle attività che, come confermano le indagini sopra riportate, fanno davvero la differenza per le PMI.
Perché Mentally AI è la soluzione per contrastare lentezza ed errori
Mentally AI offre:
- Rapidità: il robot svolge il lavoro di un dipendente umano, ma senza errori e in ⅓ del tempo;
- Analisi dettagliata: con la sua analisi unica sul mercato, Mentally AI analizza in dettaglio le informazioni contabili di ciascuna azienda cliente, come le fatture registrate, le diverse aliquote e molto altro;
- Controllo: il principale vantaggio di un robot, che nessun gestionale o tool di gestionale potrà pareggiare, è proprio la capacità di raccogliere dati da fonti diverse. Anche esterne a Profis o Teamsystem. Il che si traduce in un controllo ottimale su tutta l’esperienza che il cliente ha con il tuo studio;
- Analitiche dettagliate e complete: i dati che il robot raccoglie in automatico sono in grado di dare un quadro del lavoro svolto e quello da svolgere in studio. Notare le scadenze ed evitare gli errori diventa così più semplice;
- Notifiche personalizzate: il carico di lavoro diminuisce anche del 70% in studio, quando non dobbiamo più andare a reperire le informazioni, ma sono le informazioni ad arrivare sul nostro computer ogni mattina.
Come funziona Mentally AI nella pratica quotidiana di uno studio
Mentally è disponibile in diverse soluzioni. Essendo un robot, sa adeguarsi alle diverse esigenze degli studi.
È disponibile ad esempio una perfetta integrazione con i sistemi esistenti per chi utilizza già TeamSystem o Profis.
Oppure, hai Ipsoa o Passepartout? Possiamo studiare una soluzione per te.
Per chi invece cerca uno strumento su misura, Mentally.ai offre la possibilità di sviluppare software personalizzati.
Spesso si pensa che la digitalizzazione sia materia complessa e dal ritorno dell’investimento incerto. Ma l’esperienza diretta di chi l’ha provato dice tutt’altro.
Mentally AI è un prodotto intuitivo e che migliora gradualmente tutti i servizi offerti alle PMI, mantenendo intatto il valore aggiunto dato dal dipendente “umano”.
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